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Facebook: come usarlo meglio

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Vincenzo Cosenza, in rete Vincos, è responsabile di BlogMeter Roma e fresco autore di Social Media ROI. Ma soprattutto è l’uomo delle analisi, dei numeri, delle infografiche che ci aiutano a capire come crescono e funzionano i social network. A lui abbiamo chiesto qualche consiglio per utilizzare al meglio Facebook. Perché anche se ci stiamo sopra quasi tutto il giorno, non è detto che ne conosciamo tutti i trucchi.

Tu sei “l’uomo dei dati”. Ci dai i numeri più importanti e aggiornati che ci facciano capire l’estensione del fenomeno Facebook in Italia e nel mondo?

Utenti attivi nel mondo ogni mese: 901 milioni (corretto, perché tra l’intervista e la pubblicazione sono aumentati)

Utenti italiani attivi in Italia: 21.700.000.

L’Europa ha recentemente superato il Nord America ed è ora il primo continente per numero di iscritti.

La Timeline ossia il Diario: raccontaci gli vantaggi e svantaggi dell’introduzione e spiegaci come usarla al meglio

Svantaggio: inizialmente può confondere perché mostra una visualizzazione diversa degli avvenimenti ovvero li dispone su due colonne e aggiunge alcuni dati statistici aggregati (ad esempio il numero di amici aggiunti nel mese).
Vantaggio: permette di ritrovare i post scritti anche molto tempo addietro, una caratteristica unica che altri social network non hanno. Siccome privilegia lo storytelling visuale (le foto e i video hanno più spazio rispetto a prima) per usarla al meglio bisogna provare a pensare per immagini.

Facebook è entrato ormai nell’uso e nel linguaggio comuni. Ma secondo te, in generale, lo usiamo bene? Sfruttiamo tutte le sue potenzialità oppure no? Esiste un modo giusto per utilizzarlo oppure ognuno deve e può trovare il suo?

Facebook è una piattaforma semplice ma molto potente che ha un sacco di piccole funzionalità nascoste o che vengono aggiunte quotidianamente. Non c’è un modo migliore di un altro per usarlo, ma è probabile che non l’abbiamo esplorato completamente. Il mio consiglio è quello di spulciare tra i suoi menu, sbirciare come la usano gli altri e provare a trovare un proprio stile.

Tre regole d’oro per usare Facebook e tutelare la privacy e la propria reputazione online

Per tutelare la privacy secondo la propria sensibilità basta andare tra le impostazioni.  Il primo livello di tutela è la scelta del tipo di visibilità che si vuole dare ai propri aggiornamenti di stato o cose pubblicate attraverso applicazioni di terzi. Tre le possibili scelte: pubblica, amici, personalizzata.
La seconda cosa che consiglierei è di fare un controllo sulle informazioni personali che diamo alle varie applicazioni che usiamo su Facebook (giochi, utilità, siti web). Basta scorrere la pagina e andare su “Applicazioni e siti Web” e cliccare su “Modifica impostazioni”.
Infine per evitare di apparire in foto poco edificanti o essere vittima di spam attraverso il tagging (i nomi di altri utenti che si inseriscono nelle foto e nei contenuti), consiglierei di andare alla voce “Diario e aggiunta di tag” e modificare le impostazioni attivando l’opzione “controlla i post in cui gli amici ti hanno taggato prima che vengano visualizzati sul tuo diario”.

Perdiamo troppo tempo sui social network? Come accorgersi se stiamo esagerando, se sta diventando un’ossessione?

Stiamo esagerando quando anziché usare i social network come uno strumento di svago, comunicazione, di informazione, ci facciamo utilizzare. Ad esempio se ci rendiamo conto di fare le cose quasi solo per poi raccontarle su Facebook, forse è il caso di prendersi una pausa.

Le aziende: perché la maggioranza usa ancora i social media solo in versione broadcaster, senza ascoltare né rispondere? E’ così difficile abituarsi alla comunicazione a due vie?

È estremamente difficile per le aziende modificare il comodo modo di comunicare di un tempo. L’ascolto e la risposta offerti dalla rete sono una grande opportunità che fa risparmiare soldi nel medio e lungo periodo, ma richiedono tempo e soprattutto l’idea che il cliente sia al centro delle azioni aziendali. Insomma una rivoluzione copernicana che necessita di una nuova cultura d’impresa e un allineamento di tutti i dipendenti, dove invece il “customer care” è ancora visto come funzione a se stante.

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